martedì 26 agosto 2008

I comunisti russi e georgiani contro Saakashvili


Il Partito Comunista della Federazione Russa e il Partito Comunista Unificato di Georgia hanno diffuso dei comunicati sul conflitto che è scoppiato in agosto tra i rispettivi Paesi a seguito del tentativo georgiano di rioccupare militarmente la regione dell'Ossezia del Sud, di fatto autonoma dall'inizio degli anni '90.

Il Comitato centrale del partito georgiano è intervenuto con un comunicato pubblicato a Tbilisi l'11 agosto. Il conflitto è visto come il "compimento delle profezie (dei comunisti, ndr) sulla militarizzazione pregiudiziale realizzata dalle autorità politiche nazionaliste e pro-fasciste".

La responsabilità del conflitto viene attribuita al governo georgiano appoggiato da alcuni paesi occidentali e organizzazioni internazionali. L'esercito georgiano "armato e preparato da istruttori americani" ha distrutto barbaramente la città di Tskhinvali (la capitale dell'Ossezia del Sud), causando la morte di più di 2.000 abitanti. Vengono ricordate anche le vittime georgiane, ma la responsabilità è interamente attribuita all'"avventurismo irresponsabile del regime di Saakashvili" (il presidente filo-americano della Georgia).

I comunisti georgiani non entrano nel merito della prospettiva delle due regioni dissidenti (Ossezia del Sud e Abkhazia) ma indicano come obbiettivo principale la costruzione di una coalizioni di forze politiche e movimenti sociali che riescano a "liberare la Georgia dal regime anti-nazionale, russofobico, pro-fascista di Saakashvili".

Il Partito Comunista Russo, da parte sua, ha inviato una lunga lettera ai "partiti fratelli e amici", datata 14 agosto e firmata dal Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale. Il testo si propone di rispondere alle manipolazioni dei media occidentali, ricostruendo la vicenda storica che è alla base del conflitto. Dell'Ossezia si ricorda che era una provincia unitaria dell'impero e solo dopo il 1917 la parte meridionale è entrata a far parte della Georgia. Il popolo dell'Ossezia del Sud fu oggetto di un primo "genocidio" da parte del governo georgiano che era in mano ai menscevichi negli anni 1918-20, durante la guerra civile (effettivamente un'altra fonte parla di 5.000 morti per mano dell'esercito della Georgia).

Una volta integrata nell'URSS, l'Ossezia del Sud venne annessa alla Georgia con lo status di Regione autonoma. Secondo la ricostruzione dei comunisti russi anche durante gli anni dell'Unione Sovietica le autorità georgiane continuarono ad avere una atteggiamento punitivo nei confronti degli osseti, costringendoli a modificare i loro nomi e ad utilizzare i caratteri dell'alfabeto georgiano al posto del cirillico.

Con il crollo dell'Unione Sovietica si fa sempre più determinante il peso delle correnti nazionaliste georgiane che vogliono cancellare l'autonomia dell'Ossezia del Sud. Il conflitto provoca nuovamente migliaia di morti fino all'accordo di Soci tra Yeltsin e Shevarnadze, che ha determinato una condizione di precaria stabilità durata fino all'agosto di quest'anno.

Il documento ricostruisce anche gli antefatti più immediati del conflitto. I comunisti russi ricordano di avere chiesto, senza successo, che si arrivasse alla firma di un trattato definitivo fra le parti, per evitare la degenerazione della situazione. La causa dello scoppio della guerra viene attribuita interamente alla decisione georgiana di lanciare un attacco contro l'Ossezia del sud nella notte tra il 7 e l'8 agosto scorso. Viene ripresa la cifra degli oltre 2.000 morti, "in maggioranza russi". Infatti, viene ricordato che il 90% della popolazione dell'Ossezia del Sud è composto da cittadini russi (infatti il governo di Putin ha riconosciuto la cittadinanza agli osseti che ne hanno fatto richiesta).

L'azione militare russa viene giustificata come "operazione pacificatrice", legittimata dalla norma della costituzione russa secondo la quale lo Stato deve farsi carico della sicurezza dei suoi cittadini.

Infine i comunisti russi criticano il comportamento unilaterale dei media internazionali che hanno dato attenzione alle città georgiane colpite senza mostrare gli effetti dell'attacco su Tskhinvali che era all'origine di tutta la tragedia.

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