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sabato 12 aprile 2008

I Congressi dei comunisti indiani traggono un bilancio del sostegno esterno al governo

Fra la fine di marzo e i primi di aprile, a distanza di pochi giorni, si sono tenuti i congressi dei due maggiori partiti comunisti indiani. Il quindicinale Frontline, vicino alla sinistra, ne traccia un bilancio, accompagnato dalle interviste dei rispettivi leader Prakash Karat, segretario generale del PC Indiano (Marxista) e A. B. Bardhan, segretario generale del PC Indiano.

Il tema principale al centro dei due congressi è stato il rapporto con il governo della coalizione United Progressve Alliance (UPA), guidata dal Congresso di Sonia Gandhi, che ha vinto le ultime elezioni. La sinistra sostiene dall'esterno il governo dopo che le elezioni dell'aprile 2004 avevano segnato la sconfitta della coalizione di destra induista del Bharatiya Janata Party (BJP).

Rispetto ai precedenti congressi tenuti nel 2005 Frontline registra un sensibile mutamento di clima che sintetizza nel passaggio da un cauto ottimismo alla preparazione di lotte su più terreni. Tre anni fa era diffusa l'aspettativa, per quanto prudente, che il Programma Comune Minimo sottoscritto con la maggioranza di governo potesse aprire la strada ad un nuovo corso nello sviluppo del Paese.

Dai rispettivi congressi i comunisti escono con la convinzione di doversi impegnare in una serie di azioni e di movimenti di lotta contro il governo dell'UPA per non aver mantenuto alcuni degli impegni sottoscritti, tra cui il fallimento nel controllare l'aumento dei prezzi dei beni fondamentali e la deviazione dalla tradizionale politica estera del paese, che si concretizzata in un progressivo avvicinamento agli interessi degli Stati Uniti. Entrambi i partiti si sono impegnati a sottoporre questo piano di lotta alle altre forze di sinistra, democratiche e laiche prima di definirlo in modo compiuto.

Le due assise hanno confermato la netta opposizione all'accordo sul nucleare civile sottoscritto tra India e Stati Uniti e hanno chiesto al governo di non procedere alla sua messa in atto senza prima consultare le due forze di sinistra.

Le risoluzione politiche generali approvate dai Congressi hanno messo in evidenza i limiti della politica del governo, ma anche alcuni risultati ottenuti dala sinistra quanto meno nel frenare il corso della politica neoliberista.

L'azione di massa che il CPI e il CPI(M) intendono mettere in campo potrebbe anche servire a determinare le condizioni per costruire una Terza Alternativa al Partito del Congresso e alla destra guidata dal BJP. L'obbiettivo è di costruire una coalizione che abbia una valenza politica complessiva e non solo una mera associazione di partiti finalizzata a partecipare alle elezioni. Il Segretario generale del CPI(M) ha sottolineato nel comizio che ha chiuso il congresso che la proposta di una Terza Alternativa non si pone esclusivamente in opposizione al Partito del Congresso. Anzi si vuole evitare che i benefici dela lotta alle politiche dell'UPA vadano a favore del BJP. Per questo occorre unire la lotta all'imperialismo (l'influenza degli interessi degli Stati Uniti), quella al neoliberismo e al comunalismo. Anzi l'intreccio tra neoliberismo e comunalismo è l'elemento più pericoloso dell'attuale fase politica.

Il CPI(M), che è la principale forza di govero in Bengala Occidentale, Kerala e Tripura, ha dedicato parte dela propria riflessione politica a cercare di chiarire il rapporto tra le posizioni politiche nazionali e quelle perseguite a livello di Stati, percepite spesso come molto più moderate. Il partito ha tenuto a sottolineare che i governi di sinistra che operano a livello di singoli stati sono costretti a muoversi nel quadro determinato dalle politiche nazionali e quindi non possono applicare fino in fondo le politiche volute dal partito.

I due segretari generali sono stati confermati dai rispettivi congressi, ma mentre il leader del CPI (M) Prakash Karat appartiene ad una generazione più giovane, il segretario dell'altro partito comunista, Bardhan, con i suoi 82 anni è uno dei veterani del comunismo indiano. Benchè avesse chiesto di essere sostituito, il Congresso ha deciso di confermarlo alla guida del CPI, affiancandolo con un vice segretario generale, S. Sudhakar Reddy, un dirigente proveniente dall'Andra Pradesh.

Il CPI(M)dichiarava di contare 945,486 iscritti nel 2006. Il CPI nello stesso anno ne dichiarava quasi 600.000.

domenica 30 marzo 2008

Nuovo successo delle sinistre nello stato indiano del Tripura

Il Fronte delle Sinistre guidato dal Partito Comunista Indiano (Marxista) ha vinto per la quarta volta consecutiva le elezioni che si sono tenute il 23 febbraio scorso nello stato indiano del Tripura. Con 49 seggi su 60 si è assicurato una più che confortevole maggioranza, incrementando di 8 seggi la quota raggiunta nel 2003. Da solo il CPI(M) controlla 46 seggi, mentre il Partito Comunista Indiano (CPI) e il Partito Socialista Rivoluzionario (RSP) hanno ottenuto rispettivamente uno e due seggi ciascuno. L'altro partito comunista che faceva parte del fronte, il Forward Bloc ha deciso questa volta di presentarsi da solo, ma nessuno dei suoi 12 candidati è stato eletto.

Le elezioni hanno anche visto un record di partecipazione raggiungendo il 92,33 per cento. Il partito del Congresso, all'opposizione aveva accusato le forze di sinistra di voler restare al potere con i brogli elettorali, sottovalutando in tal mondo commenta Frontline la base organizzativa che il CPI(M)ha assiduamente costruito tra la popolazione tribale e non dello stato. Il Congresso aveva messo in campo la presidente Sonia Gandhi e il primo ministro Manmohan Singh e altri leaders di grande peso nel tentativo di capovolgere i rapporti di forza elettorali.

Il capo del governo del Tripura Manik Sarkar ha descritto il successo del Fronte di Sinistra come un massiccio mandato in favore di una pace duratura, stabilità e sviluppo. In una dichiarazione a Frontline ha sottolineato che l'obbiettivo principale del governo sarà di migliorare le condizioni di vita del popolo del Tripura e di alleviare le condizioni di quella parte della popolazione che vive al di sotto della linea di povertà. Uno degli elementi principali della vittoria, secondo Maik Sarkar è la capacità del governo di sinistra di creare un clima di amicizia tra le popolazioni tribali e le altre. Anche se le roccaforti di cui dispone nelle zone rurali e tribali restano invincibili, il CPI(M) è riuscito a conquistare nuovi consensi nelle aree urbane che sono tradizionalmente punti d forza del Congresso.

Nelle zone tribali il Fronte delle Sinistra ha ottenuto 19 seggi su 20. Questo risultato è stato favorito dall'azione di sviluppo sostenibile compiuta e dalla perdita di peso di due gruppi estremisti, il National Liberation Front of Tripura (NLFT), un movimento sostenuto da una Chiesa cristiana battista, e l'All Tripura Tigers Force (ATTF) che nel 2003 avevano intimidito con la violenza i sostenitori del Left Front. Il voto secondo Frontline dimostra che le popolazioni che vivono nelle aree tribali (il 31 per cento degli abitanti dello stato) desiderano la pace.

Il Tripura è uno dei più piccoli stati indiani e conta circa 3 milioni di abitanti. Gli altri stati governati dalle sinistre sono il Bengala Occidentale e il Kerala.