giovedì 14 agosto 2008

Momento difficile per la sinistra colombiana

Gli sviluppi recenti della situazione politica colombiana hanno creato una situazione difficile per le varie componenti della sinistra, in particolare per la principale organizzazione guerrigliera, le Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (FARC),attive dalla metà degli anni '60.

Le FARC negli ultimi mesi hanno subito una serie di sconfitte. Dapprima l'assassinio di due componenti del Segretariato Generale, Raul Reyes e Ivan Rios. Il primo rimasto ucciso a seguito di un bombardamento aereo delle forze armate colombiane sul campo in cui si trovava alla frontiere con l'Ecuador. Il secondo è stato assassinato dai guerriglieri che erano stati assegnati alla sua guardia del corpo attratti dalle colossali cifre messe come taglia sulle testa dei comandanti guerriglieri sia dal governo colombiano di estrema destra che da quello statunitense.

Successivamente l'esercito colombiano è riuscito a liberare Ingrid Betancourt ed altri ostaggi detenuti dalle FARC, tra cui tre mercenari americani (contractors), e destinati, secondo l'organizzazione guerrigliera, ad imporre un scambio umanitario grazie al quale ottenere la liberazione di dirigenti e militanti dell'organizzazione insurrezionale attualmente detenuti.

Altri colpi li hanno ricevuti con la diserzione della "Comandante Karina" (Nelly Avila Moreno) la più importante dirigente femminile e con la scomparsa del leggendario leader storico Manuel Marulanda.

Meno verificabili sono altre informazioni fornite dal governo colombiano sulle diserzioni, i morti in combattimento e i prigionieri che avrebbero indebolito le FARC. Si entra qui in un ambito dove è difficile individuare il confine tra la verità e la propaganda.

Gli osservatori, quelli ostili come quelli più neutrali si interrogano sul futuro dell'organizzazione politico-militare. Vi è chi considera probabile un processo di disgregazione, con i vari fronti sempre più isolati fra loro, senza più una vera guida politica e ideologica. Alcuni sopravviverebbero grazie agli introiti derivanti dalla tassazione della produzione e del commercio di cocaina degenerando in forme di banditismo.

Altri più prudenti ricordano che le FARC sono sopravvissute a molti momenti difficili sul piano politico come su quello militare. Soprattutto sottolineano che restano irrisolti gran parte de problemi economici e sociali, oltre politici, che travagliano da decenni la Colombia e che sono all'origine del formarsi e del radicarsi delle organizzazioni guerrigliere.

Da tempo una parte della sinistra colombiana e internazionale si interroga sulla praticabilità della strategia armata in Colombia, dato che non sembra credibile una conquista del potere sul modello cubano o sandinista. Lo stesso Presidente Venezuelano Hugo Chavez, che pure si è speso personalmente per aprire una fase di trattativa e di confronto in Colombia, ha recentemente dichiarato che non vi sono più ragioni per tenere in piedi una organizzazione armata in questa fase storica.

L'obbiettivo immediato delle FARC è di essere risconosciute come soggetto belligerante, mentre per gli Stati Uniti e l'Unione Europea si tratterebbe solo di una "organizzazione terroristica". Sembra difficile che da una possibile riapertura di una prospettiva di pace, che pure sarebbe utile al Paese, possa scaturire quel processo di rinnovamento politico e sociale in direzione del socialismo che è l'obbiettivo dichiarato delle FARC. Si tratterà di vedere se con il nuovo leader, Alfonso Cano, e i nuovi dirigenti inseriti nella Segreteria, le Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia riusciranno a sottrarsi alla stretta repressiva e contemporaneamente formulare una nuova strategia.

Una parte della sinistra internazionale ha criticato anche alcune delle scelte compiute dall'organizzazione guerrigliera. In particolare il ricorso ai sequestri di persona. Una critica in tal senso è venuta anche da Fidel Castro che l'ha espressa in una delle riflessione che invia alla stampa cubana.

Da parte sua, la sinistra legale si è unita nel dicembre del 2005, all'interno del Polo Democratico Alternativo, che nelle ultime elezioni presidenziali ha ottenuto il 22%. Il PDA era nato dalla confluenza di due diverse coalizioni:

*il Polo Democratico Indipendente, che raccoglieva le componenti più moderate, guidate da ex guerriglieri dell'M-19 (nazionalista di sinistra) come Antonio Navarro e Gustavo Petro, e dal leader dell'ANAPO e ora sindaco di Bogota Samuel Moreno.

*le componenti più radicali della sinistra, tra cui il Partito Comunista Colombiano, si erano unite invece in Alternativa Democratica.

Ora sembra che le due componenti originarie si stiano nuovamente dividendo sulla questione della alleanze politiche. La componente più moderata è favorevole ad una alleanza con il Partito Liberate, uno dei due partiti storici attorno a cui ha gravitato fino a qualche anno la politica colombiana. Inoltre un parte del settore moderato vorrebbe rompere con le componenti più radicali, ritenendo in questo modo di poter raccogliere maggiori consensi in altri settori della società colombiana.

La possibile rottura potrebbe avere ripercussioni negative sulle prossime elezioni presidenziali del 2010.

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