sabato 6 settembre 2008

I giovani precari giapponesi guardano ai comunisti

L'articolo di Stefania Viti del Messaggero che qui riportiamo segnala la crescita di simpatia che si registra verso il Partito comunista giapponese, in particolare tra i giovani. L'articolo originale del Japan Times si può leggere qui.

Ascesa a sorpresa dei comunisti nipponici
di Stefania Viti su Il Messaggero del 23/08/2008

Chi l’avrebbe mai detto. Dopo decenni passati in sordina il Partito Comunista Giapponese(JPC) vive un momento di gloria e sta diventando uno dei protagonisti della scena politica nipponica di quest’ultimo periodo.

“Red on a rise”(rossi in ascesa) titola un suo articolo The Japan Times mentre l’intellettuale rivista Aera si domanda se sia reale la crescita esponenziale del Partito Comunista Giapponese.

Kazuo Wada del Comitato Giovanile delJPC non ha dubbi:”Linteresse da parte dei giovani per il nostro partito è reale e quest’anno il numero dei simpatizzanti è arrivato a circa 3.480.000”

JPC in verità è un piccolo partito.

Al momento detiene in totale 16 seggi-circa il 7,5%-tra quelli della camera bassa e quelli della camera alta.

Niente in confronto ai due giganti dela politica giapponese il Partito Liberaldemocratico(LDP)-quasi ininterrottamente al governo dal dopoguerra ad oggi- e il principale partito di opposizione, il Partito Democratico(DPJ).

Ad avvicinare i giovani al JCP sono soprattutto i problemi legati al lavoro.

“Un terzo dei giovani sono precari e anche tra i laureati soltanto la metà riesce a trovare un posto fisso” spiega Wada, Quando lo scorso febbraio Kazuo Shij, presidente del JPC, durante una sessione parlamentare ha parlato in difesa dei diritti dei precari, l’interesse verso il JPC si è fatto più evidente: il video della sessione è stato registrato e trasmesso via internet attraverso vari canali, compreso quello ufficiale del sito del partito, il quale, secondo The Japan Times è stato visitato circa 150 mila volte.

Avvisaglie di rinnovato interesse in realtà c’erano già state. Tra i libri best-seller dell’ultimo anno in Giappone spicca “Kanikosen”(Il peschereccio dei gamberi) capolavoro proletario del 1929, prima e unica opera diKobayashi Takiji.

“Negli ultimi sei mesi “Kanikosen” ha venduto circa 410.000 copie-continua Wada. “Un numero eccezionale, se si pensa che dalla sua pubblicazione ad oggi ne ha vendute in totale 450.000, circa 5000 all’anno”.

Il libro adesso viene venduto con la copertina originale del 29, quella con falce e martello.

“Adesso la società è molto frammentata e i giovani faticano a trovare una identità comune-continua Wada. Di recente però hanno iniziato a riunirsi in sindacati e a cercar di far sentire la loro voce. Lo scorso anno c’è stata una grande manifestazione e presto ce ne sarà un’altra: è dagli anni 70 che non succede una cosa simile. E’ in atto una trasformazione. I giovani si stanno rendendo conto che non è tutta colpa loro se le condizioni di lavoro sono quello che sono”

E infatti, proprio la situazione contingente, più che la motivazione ideologica ad avvicinarli al JPC.

“In molti non conoscono la storia del Partito Comunista ma sono attirati soprattutto da ragioni pratiche” conclude Wada.

Alle prossime elezioni-quelle della camera bassa previste tra fine anno e e settembre 2009-questo atteggiamento potrebbe fare la differenza.

Con LDP che stenta a risalire la china del gradimento e il DPJ pronto al sorpasso, per la prima volta nella storia del Giappone il JPC potrebbe avere la possibilità di avere un ruolo attivo nella dieta.

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