domenica 18 maggio 2008

La Sinistra Europea in Israele e Palestina

A fine aprile la Sinistra Europea ha inviato una delegazione in Israele e Palestina che ha incontrato diverse forze politiche e sociali. Da segnalare la presenza nella delegazione di Hassan Charfo, responsabile esteri del PC di Boemia Moravia, esponente della componente ortodossa del partito e autore di diversi interventi ostili alla Sinistra Europea. Riporto qui alcuni stralci del resoconto riferito sul sito di Rifondazione Comunista:

Lo scorso 28 aprile si è conclusa la prima delegazione ufficiale del Partito della Sinistra Europea in Palestina e Israele, guidata da Fabio Amato – Responsabile Esteri di Rifondazione Comunista e membro dell’esecutivo della Sinistra Europea. Gli altri membri che hanno partecipato sono: Hassan Charfo – Responsabile del Dipartimento Esteri del Partito Comunista della Moldava e Bohemia e Membro dell’Esecutivo della Sinistra Europea (Repubblica Ceca), Martin Herberg, Ufficio di Bruxelles della Sinistra Europea e Nora Schuttpelz, Delegazione GUE/NGL del Parlamento Europeo – Die Linke (Germania), Nikos Tsoukalis – Membro del Parlamento Greco, Synaspismos (Grecia), Inger V. Johansen – Membro dell’esecutivo dell’Alleanza Rosso/Verde e tra le coordinatrici del NELF (Danimarca) e Teresa Maisano del Dipartimento Esteri del PRC (Italia).

La delegazione segna un ulteriore passo avanti nel percorso congiunto cominciato dalle forze della sinistra palestinese, israeliana ed europee. Un percorso che è iniziato alcuni mesi fa e che ha visto la sua tappa più significativa proprio in questa delegazione. (...)

Ecco di seguito il comunicato stampa prodotto dall’incontro congiunto:

Una delegazione ufficiale del Partito della Sinistra Europea ha incontrato Mohammed Naffa, Segretario Generale del Partito Comunista d’Israele (PCI) e Aida Touma, Responsabile del Dipartimento Esteri del CPI. Entrambe le delegazioni hanno discusso e concordato che:

1. Condannano con forza l’escalation di attacchi in Cisgiordania e Striscia di Gaza condotti dall’esercito israeliano. Entrambi richiedono la fine dell’assedio di Gaza a opera del governo israeliano, che sta punendo collettivamente la popolazione civile della Striscia di Gaza in violazione con quanto enunciato dalla 4° Convenzione di Ginevra e dal Diritto Internazionale.

2. Entrambe le delegazioni hanno dichiarato che non vi può essere un negoziato di pace sostenibile se il governo israeliano non procede a congelare la sua attività di espansione e allargamento delle colonie volte a consolidare l’irreversibilità dei fatti sul terreno. Dopo la Conferenza di Annapolis, elogiata dall’amministrazione USA quale passo concreto verso la pace, l’allargamento degli insediamenti non ha cessato, tra gli altri quelli a Gerusalemme Est, sempre più isolata dalla sua sfera palestinese.

3. Entrambe le delegazioni hanno deciso di rafforzare i propri legami attraverso diversi canali di comunicazione e solidarietà. Dall’incontro congiunto è scaturita l’esigenza di rafforzare la cooperazione tra le forze della sinistra in Europa e Israele per poter offrire una concreta alternativa al processo di riarmo della regione, alla guerra preventiva, al piano NATO di un “Grande Medio Oriente”, alle politiche neoliberiste, alla mancanza di coesione sociale e all’attuale crisi economica. Entrambe le delegazioni hanno concordato che per raggiungere questi obiettivi è necessario stimolare i rapporti con i movimenti sociali e pacifisti, con la società civile, e lottare per la giustizia sociale, per una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, in grado di dar vita a uno Stato Palestinese sostenibile così come definito dalle Risoluzioni delle Nazioni Unite, sui confini del ’67 con Gerusalemme Est come capitale affianco dello Stato di Israele.

4. La delegazione della Sinistra Europea ha espresso la sua solidarietà per la lotta portata avanti da molti israelo-palestinesi per l’ottenimento di eguali diritti all’interno della società israeliana, e apprezza il fatto che le azioni israelo-palestinesi inizino ad incidere con più efficacia all’interno della società israeliana. Una menzione speciale è stata fatta in merito al Diritto al Ritorno (regolato dalla risoluzione delle Nazioni Unite 194) dei rifugiati palestinesi.

5. In conclusione entrambe le delegazioni hanno concordato sull’esigenza di organizzare, il prima possibile, per porre fine al conflitto una conferenza internazionale sotto gli auspici delle Nazioni Unite che veda la partecipazioni di tutti gli attori coinvolti per poter così raggiungere uno soluzione definitiva basata sulla Risoluzione delle Nazioni Unite.

(...) La delegazione ha incontrato esponenti dei movimenti delle donne ed ha evidenziato la centralità del loro ruolo contro l’occupazione, determinato e forte.
Infine l’incontro con un giovane economista che ha spiegato chiaramente la non sostenibilità economica dell’occupazione per la società israeliana. Ma ha anche fatto un appello chiaro all’Europa: non lasciate che Israele rimanga impunita. Rendetela “accountable” per le violazione che attua. Se la Commissione Europea finanzia le ong europee per progetti di sviluppo o emergenza nei territori palestinesi e il governo israeliano bombarda il frutto di tali progetti, sia esso un pozzo, una scuola, una clinica, fate pressioni sui vostri governi e su Bruxelles affinché invece di stanziare nuovi soldi per la ricostruzione Israele paghi per quanto distrutto.


La delegazione ha poi incontrato congiuntamente le cinque forze della Sinistra palestinese. Anche con loro il confronto è stato approfondito e ricco di spunti. Un passo importante per la Sinistra Europea e per le forze della Sinistra palestinese. (...)

Di seguito il comunicato stampa congiunto prodotto che spiega chiaramente e nel dettaglio quanto concordate:

La delegazione ufficiale del Partito della Sinistra Europea durante la sua missione in Palestina ha tenuto una serie di incontri con una delegazione composta da rappresentanti delle 5 forze della sinistra palestinese (Fronte Popolare, Fronte Democratico, Partito del Popolo, Al Mubadara e FIDA). Le due delegazioni hanno concordato sui seguenti punti:

1. La delegazione della Sinistra Europea ha sottolineato la sua solidarietà con la lotta del popolo palestinese per i propri legittimi diritti nazionali, in particolare il diritto all’autodeterminazione. La delegazione ha condannato fortemente la politica aggressiva dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi, che si manifesta nella veloce espansione degli insediamenti, nel saccheggio della terra, nella costruzione del muro dell’apartheid, nell’imposizione di un assedio ingiusto e continuato sulla Striscia di Gaza, nella costruzione di centinaia di barriere che restringono i movimenti dei palestinesi aumentandone la sofferenza, nell’isolamento della città di Gerusalemme dalla sua sfera palestinese, cosi come con gli arresti di migliaia di palestinesi, gli attacchi e le incursioni militari, il bombardamento della aree residenziali e gli omicidi mirati. La delegazione palestinese esprime la sua gratitudine ed il suo apprezzamento per il sostegno e la solidarietà delle forze della Sinistra Europea alla lotta dei palestinesi per la loro liberazione nazionale.

2. Le due delegazioni hanno enfatizzato come la sicurezza e la stabilità della regione e più in generale la pace nel mondo, richiedono la fine dell’occupazione israeliana e l’adempimento di una soluzione definitiva ed esaustiva del conflitto, basata sulle risoluzioni delle Nazioni Unite, che garantiscono il ritiro di Israele entro i confini del 4 giugno del 1967, lo smantellamento degli insediamenti, l’istituzione dello Stato della Palestina, pienamente indipendente e sovrano con Gerusalemme Est come capitale, la soluzione al problema dei rifugiati in accordo con la risoluzione 194 che garantisce il diritto al ritorno. I palestinesi stanno commemorando il 60° anniversario della Nakba (Catastrofe del 1948), la delegazione della Sinistra Europea ha espresso il proprio rispetto per la determinazione di milioni di rifugiati palestinesi sradicati dalle proprie case e il loro desiderio di farvi rientro. La delegazione ha inoltre espresso sostegno alla legittimità di questo diritto umano, e al bisogno di riconoscerlo come elemento indispensabile per qualsiasi soluzione dei conflitti della regione.

3. Le due parti credono che il processo di negoziato lanciato dalla Conferenza di Annapolis lo scorso autunno, si sia risolto in realtà in un circolo vizioso che sta portando ad un vicolo cieco. La principale ragione di questa situazione è che il governo israeliano non adempie ai propri obblighi, accelerando l’attività di espansione degli insediamenti e attaccando la popolazione palestinese. La collusione e la continua difesa delle azioni del governo israeliano che violano sistematicamente la legalità internazionale, da parte dell’amministrazione USA, ed il ruolo statico del Quartetto che è incapace di garantire l’adempimento da parte di Israele dei requisiti stabiliti per il raggiungimento della pace costituiscono un ulteriore ostacolo. Le due parti concordano che quanto sopra espresso sottolinea l’esigenza di realizzare una conferenza internazionale con pieno mandato, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, nella quale tutti gli attori internazionali possano partecipare collettivamente, con lo scopo di implementare le risoluzioni delle Nazioni Unite. Noi crediamo che questa conferenza internazionale costituisca la migliore formula in grado di raggiungere una soluzione del conflitto nella regione. Le due parti hanno inoltre richiesto che vi sia una forza internazionale temporanea di protezione della popolazione palestinese, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, propedeutica alla fine dell’occupazione.

4. Le due parti credono che la situazione richiede all’Unione Europea di assumere una posizione più efficace e determinata contro le violazioni del governo israeliano, di affermare la propria indipendenza dalle posizioni dell’amministrazione statunitense, per porre fine al monopolio di Washington sui processi di pace, e di agire affinché venga garantita una più larga ed effettiva partecipazione internazionale per porre fine all’arroganza e intransigenza del governo israeliano. La delegazione europea ha ribadito che il Partito della Sinistra Europea e tutti i suoi componenti rafforzeranno i propri sforzi su vari livelli per rettificare la politica dell'UE, affinché sia equilibrata e conforme alla legalità internazionale, in sostegno della lotta della popolazione palestinese contro l'aggressione del governo israeliano e l'indifferenza della comunità internazionale, per il rispetto del diritto internazionale. Le due parti hanno deciso di fare un appello affinché ci sia "un'Europa senza NATO", cosi come hanno ribadito la loro ferma opposizione alla strategia del "Grande Medio Oriente".

5. Le due parti credono che la divisione interna palestinese stia infliggendo seri danni alla causa palestinese e al suo status a livello internazionale. Agire per superare queste divisioni è oggi una priorità per ristabilire e promuovere l'unita dei palestinesi contro l'occupazione. La delegazione della Sinistra Europea ha espresso il proprio apprezzamento e sostegno agli sforzi compiuti dalle forze della sinistra palestinese, volti a creare le condizioni per un rilancio di un dialogo nazionale inclusivo per porre fine alla divisione, ristabilendo l'unita sulla base della democrazia e del rispetto dei diritti umani, per raggiungere una soluzione pacifica e democratica alla crisi interna palestinese. La delegazione europea ha inoltre espresso la sua soddisfazione per il successo della sinistra palestinese, insieme a quella di altre forze, ONG, e importanti personalità indipendenti, nel formulare una iniziativa congiunta in grado di definire i lineamenti della soluzione alla divisione interna che dovrebbe cominciare con il ristabilire a Gaza la situazione esistente prima del 14 Giugno 2007, la formazione di un governo ad interim in grado di preparare nuove elezioni presidenziali e legislative sulla base di un sistema rappresentativo interamente proporzionale, e attivando meccanismi accordati durante il dialogo del Cairo (Marzo 2005) per lo sviluppo e attivazione delle istituzioni dell'OLP, con la partecipazione di tutte le forze politiche palestinesi, attraverso elezioni democratiche per il Consiglio Nazionale Palestinese basate su una rappresenta proporzionale.

6. La delegazione europea ha espresso la sua solidarietà ai prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. La delegazione ha inoltre sottolineato con forza il bisogno di applicare la Convenzione di Ginevra ai detenuti, e il bisogno di rilasciarli incondizionatamente senza discriminazione alcuna, in particolare si chiede il rilascio dei leader della sinistra quali: Ahmad Sa'adat, Segretario Generale del Fronte Popolare, Sa'eed Al-Utbah della leadership del FIDA, in prigione da 31 anni, Ibrahim Abu Hejleh, membro dell'Esecutivo del Fronte Democratico, Basel Khandaqji, membro del Comitato Centrale del Partito del Popolo, e altri leader nazionali, i deputati del Consiglio Legislativo Palestinese, incluso il portavoce Abdel Aziz Dowake, ed il leader nazionale Marwan Barghouti.

7. La delegazione palestinese ha ascoltato con interesse il briefing fatto dai rappresentanti del Partito della Sinistra Europea sulla loro ricca esperienza nell'unità delle forze di sinistra nell'UE. La delegazione palestinese ha sottolineato l'intenzione di beneficiare di questa ricca esperienza per unire le forze della sinistra palestinese e tutte le forze progressiste, cosi come per promuovere delle azioni congiunte.

8. Le due delegazioni hanno ribadito l'importanza di incontri periodici, lo sviluppo di ulteriori strumenti di dialogo tra le forze che rappresentano, con lo scopo di promuovere una visione congiunta e di compiere sforzi comuni nella lotta per il diritto all'autodeterminazione di tutti i popoli, la liberazione da tutte le forme di oppressione e tirannia, il rispetto dei dirittti umani fondamentali, proteggendo la pace e la sicurezza delle persone, cosi come la loro indipendenza dall'egemonia praticata dagli USA, e quella operata dalle politiche neoliberiste e del capitalismo.

1 commento:

Unknown ha detto...

Il tentativo di dire qualcosa DA sinistra è sicuramente positivo, così come è positivo il fatto che ciò coinvolga forze politiche europee, israeliane e palestinesi.
Bisognerebbe dire anche qualcosa che sia coraggiosamente e coerentemente DI sinistra, però.

Il documento e le dichiarazioni, invece, sembrano schiacciate sui soliti temi del nazionalismo palestinese, fino al punto di auspicare una "unità" che di fatto consiste nel fare fronte con Hamas. Che non mi sembra proprio una entità politica di sinistra e che, se non mi sbaglio, è interessata a tutto fuorchè alla pace.

Non c'è distinzione politica fra le varie forze palestinesi e non c'è neanche l' ombra di una condanna per le azioni militari che mirano a sabotare ogni processo di pace e che partono, sotto forma di Qassam, proprio da Gaza.

A me sembra che senza fare queste distinzioni -senza cioè riconoscere che i guerrafondai e le vittime non sono da una parte sola- sia impossibile proporre una alternativa politica alla guerra.