venerdì 21 marzo 2008

La vittoria di Christofias (AKEL) nelle elezioni presidenziali cipriote

Le recenti elezioni presidenziali nell'isola di Cipro hanno sancito la vittoria del candidato del Partito Progressista dei Lavoratori Ciprioti, l'AKEL. Per la prima volta da quando il paese è indipendente sarà un comunista a detenere la massima carica politica del piccolo Stato.

Questa elezioni ha suscitato numerosi commenti sulla stampa internazionale. Tra questi anche Frontline, il quindicinale indiano vicino alla sinistra, ha dedicato un analisi, a firma di John Cherian, a quello che viene battezzato come "un voto per l'unità".

Il nuovo presidente, che ha sessanta due anni e ha completato gli studi universitari a Mosca, è ora diventato l'unico capo di stato comunista dell'Unione Europea. Il partito del nuovo presidente - scrive la rivista - formalmente sottoscrive i principi delineati da Marx, Engels e Lenin ed ha legami fraterni con vari partiti comunisti come il PC (Marxista) Indiano.

L'AKEL è emerso dalle ceneri del Partito Comunista, che era stato messo fuori legge dala Gran Bretagna, la potenza che controllava l'isola, durante le lotte anti-coloniali degli anni '30. Lo stesso AKEL è stato nuovamente messo al bando dagli inglesi tra il 1955 e il 1959. Il partito mantiene i simboli dell'ideologia marxista, compresa la bandiera rossa. Busti ed effigi di Marx e Lenin ed altre icone comuniste sono in mostra nei suoi uffici.

Nella fase finale della campagna ci sono stati diversi tentativi da parte della destra, il cui candidato si opponeva a Christofias, di utilizzare il riflesso anticomunista. Anche la Chiesa ortodossa si è schierata contro il candidato dell'AKEL. Quest'ultimo ha negato di voler diventare il "Fidel Castro del Mediterraneo". Il nuovo presidente è conosciuto nella politica locale come un "euro scettico". Tra l'altro ha cercato di rinviare l'introduzione dell'euro in sostituzione della moneta cipriota.

A sorpresa il perdente delle elezioni è stato il presidente uscente Tassos Papadopoulos, chiamato il "Dottor No" per la sua linea dura nei confronti dei turco-ciprioti sulla questione della riunificazione del'isola. Papadoupolos è arrivato terzo, seppure per pochi voti, al primo turno delle presidenziali, lasciando così via libera al ballottaggio al candidato di sinistra Christofias e a quello del centro-destra Ionnis Cassoulidis, ex ministro degli esteri che ha svolto un ruolo importante per fare entrare Cipro nell'UE.

In occasione del referendum del 2004 sul piano di riunificazione proposto dall'allora Segretario generale dell'ONU, Annan, l'AKEL tenne una posizione contraddittoria. Dopo aver espresso un parere favorevole, decise alla fine di invitare i propri elettori a respingere il piano per ragioni tattiche. Restarono così isolati i turco-ciprioti che avevano invece approvato a larga maggioranza la proposta del segretario delle Nazioni Unite.

Secondo il commentatore di Frontline, le elezioni cipriote sono state viste come un referendum virtuale sulla gestione della riunificazione da parte del presidente uscente. Papadopoulos aveva vinto le precedenti elezioni grazie al sostegno dell'AKEL e dei socialdemocratici dell'EDEK. I questa occasione per la prima volta l'AKEL ha deciso di presentare un proprio candidato.

Il risultato elettorale dimostrerebbe un cambio di opinione nell'elettorato cipriota rispetto alla posizione espressa sul piano Annan nel 2004. Anche gli eventi del Kosovo potrebbero aver influito, dimostrato la disponibilità da parte delle potenze occidentali a sostenere l'indipendenza di uno staterello come quello di etnia albanese per ragioni geopolitiche. Non si può escludere che alla fine qualcosa del genere possa succedere anche per la parte di Cipro occupata dai turchi. Il nuovo presidente - è la previsione di Frontline - dovrà accettare dei compromessi per trattare con la minoranza turca perché l'unica alternativa sarebbe la divisione definitiva dell'isola.

Christofias, nella sua campagna elettorale, ha promesso una rapida riunificazione. E appena eletto ha dichiarato che la sua priorità sarà di riprendere i colloqui con il presidente turco-cipriota Mehmet Ali Talat. Il fatto che entrambi i leaders condividano una ideologia di sinistra potrebbe favorire una soluzione veloce. Talat ha accolto con favore l'elezione di Christofias considerandola un segnale positivo di cambiamento nell'atteggiamento della componente greca. Un altro elemento che viene sottolineato dalla rivista Frontline è che il governo islamico turco del partito AK, a differenza di quelli precedenti, sembra meno "ossessionato" dalla questione cipriota.

Naturalmente non mancheranno gli ostacoli. Tra questi il fatto che Christofias abbia promesso di assegnare ministeri chiave ad esponenti del partito di moderato DIKO e all'EDEK, che hanno posizioni ambivalenti sulla questione della riunificazione e hanno tradizionalmente un atteggiamento più nazionalista.

Una analisi abbastanza simile sul risultato elettorale è stata pubblicata da Nathalie Tocci, ricercatrice dell'Istituto Affari Internazionali di Roma.

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