domenica 9 novembre 2008

Possibile svolta a sinistra di Izquierda Unida

La coalizione della sinistra alternativa spagnola, Izquierda Unida (IU), terrà la sua IX assemblea nazionale il 15 e 16 novembre a Rivas (Madrid). Il coordinatore Gaspar Llamazares ha annunciato nei giorni scorsi le sue dimissioni, anche se in ogni caso non si sarebbe ripresentato per un nuovo mandato alla guida di IU.

La conclusione della leadership di Llamazares avviene in una fase di profonda crisi della coalizione che ha ottenuto nelle elezioni di quest'anno il peggior risultato della sua storia. Dispone ormai di un solo deputato, mentre un secondo parlamentare è stato eletto in alleanza con la Sinistra Verde catalana.

Da tempo il Partito Comunista (PCE), guidato da Francisco Frutos, principale forza organizzata all'interno IU, è in aperto dissenso con la politica condotta dal Coordinatore regionale, considerato troppo accomodante con il PSOE e poco attento a dare voce alle spinte anticapitalistiche.

Al dibattito dei militanti sono stati sottoposti tre documenti contrapposti, quello della maggioranza del gruppo dirigente uscente guidato da Llamazares, quello della cosidetta terza via o "Nacional II" (dal nome della strada che collega Madrid a Barcellona, perché è in questi territori che raccoglie soprattutto le sue forze), e il terzo sostenuto dai comunisti e da altri gruppi minori di sinistra e appoggiato dall'ex coordinatore generale Julia Anguita.

I reali rapporti di forza si verificheranno all'Assemblea nazionale ma i primi dati ufficiosi sembrano indicare una sconfitta della direzione uscente che raccoglierebbe tra il 26 e il 30% dei delegati. Alla mozione della terza via andrebbe il 20%. Il documento presentato dal PCE raccoglierebbe il 46%. Un altro 5% sarebbe formato da indipendenti, trotskisti, sindacalisti della CUT.

Sarà necessario formare una alleanza interna per definire una direzione in grado di guidare la coalizione. Non sembra facile una gestione unitaria. Il PCE propone che anziché eleggere un coordinatore regionale ci si limiti a votare una direzione collegiale composta da una decina di membri.

La stampa riporta anche la possibilità di una uscita da IU di esponenti della linea più moderata, come il Sindaco di Cordoba Rosa Aguilar che ha dichiarato di attendere l'esito dell'Assemblea per decidere che cosa fare.

L'esito dello scontro interno sembra comunque indicare una radicalizzazione della politica di IU nel prossimo periodo.

domenica 2 novembre 2008

La sinistra USA e Obama

Le elezioni presidenziali americane sono ormai imminenti. Le previsioni indicano un successo del candidato democratico Barack Obama, anche se solo il voto e la sua suddivisione nei vari Stati, potrà confermare questa eventualità.

Si può prevedere che si chiuda il ciclo ultra-liberista e militarista della presidenza Bush, ma molto più difficile prevedere se e quanto sarà profondo il cambiamento. Certamente molto limitato nel caso della vittoria di McCain, più evidente nel caso di successo del leader nero, soprattutto se questo avverrà grazie ad una "landslide", una valanga che indichi uno spostamento profondo dell'opinione degli elettori americani.

Di fronte alla candidatura di Obama le posizioni della sinistra organizzata americana, di orientamento socialista o comunista sono differenziate. , Va tenuto presente che questa rappresenta solo una piccola parte dell'area "radical", che si colloca per lo più in reti di movimento, sindacato, aree intellettuali, riviste e centri di ricerca.

Il Partito Comunista degli Stati Uniti (CPUSA) segue la sua tradizionale politica di sostegno elettorale ai candidati Democratici. Già all'inizio delle primarie vedeva nelle elezioni del 2008 una "tremenda opportunità" per mettere fine alla politica della destra Repubblicana e di spostare il Paese in una direzione progressista. Queste elezioni possono rappresentare l'inizio di una svolta. Tra i candidati delle primarie, i comunisti non avevano preso posizione, ma consideravano comunque Obama quello che aveva trasmesso il più chiaro messaggio di unità e di cambiamento ed in grado di vincere le elezioni di novembre.

Nell'ultimo editoriale del settimanale comunista People's Weekly World si invitano i lettori ad impegnarsi al massimo per la vittoria di Obama anche se non è un candidato di sinistra, perché potrà cambiare comunque la politica americana. L'editorialista, Marc Brodine, ritiene che esistano le condizioni per un netto successo del candidato democratico. L'articolo si intitola infatti "The coming landslide", la valanga che verrà.

Anche il Comitato di Corrispondenza per la Democrazia e il Socialismo, formato da dirigenti usciti dal Partito Comunista all'inizio degli anni novanta, tra i quali Angela Davis, invita a "votare per il cambiamento". In un documento pubblicato ad agosto l'organizzazione invita tutte le forze di sinistra e progressista ad impegnarsi per battere le forze guerrafondaie, neo-conservatrici e di destra che sostengono McCain.

Il Comitato ha invitato i propri aderenti e simpatizzanti a sostenere la coalizione "Progressisti per Obama (P4O)", per influire sulla piattaforma politica del candidato e contrapporsi al peso delle componenti più moderate del Partito Democratico. Tra i promotori e sostenitori della coalizione vi sono Barbara Ehrenreich, Tom Hayden, Cornel West, Jane Fonda ecc.

In favore di Obama si è schierato anche il "Working Families Party (WFP)", fondato a New York una decina di anni fa, da militanti sindacali e delle organizzazioni comunitarie impegnate nel sociale. Poco interessato alle questioni ideologiche e orientato invece nell'azione per conquistare risultati concreti per i ceti popolari newyorchesi attraverso un uso spregiudicato del sistema di voto in questo Stato che consente ai candidati di essere presentati contemporaneamente da più partiti. In questo modo il riesce a portare diverse decine di migliaia di voti ai candidati (in genere Democratici) che sostiene e che si impegnano a favorirne il programma.

Il "Partito Mondo Operaio (WWP)", è una piccola forza politica, molto attiva soprattutto nel movimento contro la guerra, con un singolare percorso. E' nata da una scissione del partito trotskista americano, il Socialist Workers Party, alla fine degli anni '50, ma nel tempo ha abbandonato ogni riferimento alle idee di Trotsky per avvicinarsi alle posizioni dei partiti marxisti-leninisti filosovietici, soprattutto sul piano internazionale. Dalla lettura dell'ultima edizione del suo giornale Workers World non emerge una chiara posizione elettorale. Obama non viene criticato direttamente, ma si sottolinea che comunque non potrà cambiare da solo la situazione politica e sociale degli Stati Uniti, nemmeno cancellare il razzismo. Vengono però attaccati, per le loro posizioni reazionarie, i candidati Repubblicani McCain e Sarah Palin e viene denunciato il pericolo di brogli elettorali a loro favore come nel 2000.

Dal sito del partito risulta che il WWP abbia deciso di sostenere la candidatura di Cynthia McKinney, ex parlamentare democratica afro-americana che aveva assunto un atteggiamento molto polemico nei confronti di Bush, al punto da dare credito alle voci di complotto sull'attentato dele Torri Gemelle. Questo l'ha condotta ad essere emarginata dal partito che ha abbandonato per ottenere la nomina candidato presidenziale da parte dei Verdi. Il Partito per la Liberazione e per il Socialismo, nato da una scissione del WWP, ha deciso di presentare una propria militante, Gloria La Riva, alla candidatura di presidente degli Stati Uniti.

Il Partito Socialista degli Stati Uniti è quanto rimane di una forza politica nata all'inizio del '900 e che avuto almeno fino agli anni venti del secolo scorso un radicamento di massa e un seguito elettorale significativo. Attualmente è un piccolo gruppo, abbastanza marginale nel panorama politico americano. Mantiene una linea politica di contrapposizione al bipartitismo e si rifiuta di appoggiare i candidati democratici. Anche nelle elezioni d quest'anno ha deciso di presentare una propria candidatura, quella di Brian Moore, che sarà sulle schede elettorali solo in alcuni Stati. Improbabile che riesca ad avere un risultato anche minimamente significativo.

Nell'ambito della corrente socialista, una tendenza più moderata della precedente ma con una maggiore influenza è quella si raggruppa nei Democratic Socialist of America. Aderisce all'Internazionale Socialista, ed è nata dalla confluenza di una componente socialista tradizionale con un settore del movimento radicale degli anni '60. Opera tradizionalmente all'interno del Partito Democratico. Il suo sito invita tutti i progressisti a mobilitarsi per Obama, sottolineando che l'esito del voto non è affatto scontato.

Chi si schiera apertamente contro il voto per Obama è la principale organizzazione trotskista americana, l'International Socialist Organization. Come per il Socialist Party, questo gruppo rifiuta di sostenere il Partito Democratico perché considerato un partito capitalista al pari dei Repubblicani. Ha invece sempre appoggiato candidati di sinistra, tra cui Ralph Nader quando divenne portabandiera dei Verdi, alla ricerca della costruzione di una terza forza politica effettivamente di sinistra. Questa era la prospettiva indicata a suo tempo già da Trotsky.

Come scrive uno dei leader storici del gruppo, Lance Selfa, Obama non è un progressista, ma al massimo un "centrista" e la sua politica non rappresenterà una effettiva svolta per il paese. La sua politica potrà assomigliare a quella di Roosevelt negli anni '30, ma anche quella, secondo Selfa, servì solo a "salvare il capitalismo".

Altri candidati di sinistra presenti alle elezioni sono:
* Ralph Nader sostenuto da piccoli gruppi ecologisti dissidenti e pacifisti, ma il cui consenso è andato notevolmente declinando dopo il successo relativo del 2000 (quando venne accusato di aver fatto perdere le elezioni ad Al Gore, aprendo la strada alla presidenza di Gerge Bush).
* Roger Calero del Socialist Workers Party, un tempo importante organizzazione trotskista ora ridotto ad una piccola setta.