sabato 27 settembre 2008

I comunisti birmani non intendono boicottare le elezioni del 2010

Il sito birmano Mizzima News ha pubblicato a metà del luglio scorso una serie di interviste ai rappresentanti dei gruppi politici di opposizione alla giunta militare birmana. Fra questi anche il portavoce del Partito Comunista di Birmania (CPB) "Comrade" Po Than Jaung. Il CPB è stato fondato nel 1939 e in tutta la sua storia ha potuto contare su tre soli anni di legalità, dal 1945 al 1948. Schieratosi con i cinesi al momento della scissione del movimento comunista internazionale, ha guidato un forte movimento di guerriglia fino all'inizio degli anni '90, quando la ribellione delle minoranze che costituivano gran parte delle sue forze di guerriglia, ha costretto i suoi dirigenti a rifugiarsi in Cina.

Il regime birmano ha annunciato che nel 2010 si terranno elezioni politiche, le prime dopo quelle che nel 1990 avevano dato la vittoria al movimento democratico guidato da Aung San Suu Kyi. Il processo democratico venne rapidamente interrotto dall'intervento dei militari che da allora governano il Paese attraverso la repressione.

Secondo il portavoce del Partito Comunista, le elezioni del 2010 si terranno all'interno della struttura della costituzione approvata recentemente: "la Giunta userà le elezioni per prolungare il proprio dominio e mantenere il potere politico. Le elezioni del 2010 non saranno paragonabili a quelle del 1990. Nelle elezioni del 2010, il 25% dei seggi parlamentari saranno riservati alle Forze Armate. I partiti ed il popolo potranno battersi solo per il restante 75% dei seggi. Inoltre molte posizioni chiave e dipartimenti saranno anch'essi riservati ai rappresentanti nominati dalle Forze Armate. Perciò le elezioni del 2010 non possono cambiare la natura del regime militare in Birmania".

Nonostante questa valutazione critica i comunisti non intendono boicottare le elezioni. "Non dobbiamo lasciare tutti questi seggi parlamentari senza confronto e arrenderci alle manipolazioni dell'esercito come essi desiderano." Quanto alla possibilità di partecipazione diretta del CPB, Po Than Jaung ricorda che al partito non è concesso di operare legalmente, benché questa richiesta sia stata avanzata sin dalle elezioni del 1990. Il partito si rifiuterebbe di operare sotto un altro nome. "Il CPB si presenterà solo con il proprio nome. Non abbiamo intenzione di cambiare il nome del nostro partito", ha dichiarato il dirigente comunista a Mizzima.

venerdì 26 settembre 2008

Messo fuori legge il PC delle Terre Basche

Il Tribunale Supremo spagnolo ha deciso di mettere fuori legge e di dissolvere il Partido Comunista de las Tierras Vascas (PCTV) perchè questo partito si è convertito nell'"equivalente funzionale" di Batasuna, per essere inoltre espressione "di una strategia terrorista dell'ETA, dalla quale non ha preso la distanza", e infine per "proteggere il sistema democratico".

La sentenza, come riferisce El Pais, spiega che la messa fuori legge di un partito politico può essere sia la conseguenza di un "appoggio diretto" a organizzazioni terroristiche, come di un "appoggio indiretto" alle stesse, attraverso altre entità che, a loro volta, agiscono in accordo con una organizzazione terroristica.

Per la messa fuori legge non è però necessario che questo partito sia diretto da un partito illegale o dal gruppo terrorista, o sia uno "strumento" di questi. Tutte le azioni che possono dar luogo alla dichiarazione di illegalità richiedono "il significato obbiettivo di essere un contributo al terrorismo".

Il Tribunale Supremo considera provato che il PCTV abbia messo a disposizione mezzi e infrastrutture a Batasuna, in concreto una sede nella località di Usurbil, della quale i dirigenti di Batasuna potevano "disporre liberamente". Inoltre il PCTV ha assorbito nella propria attività politica un significativo numero di membri di Batasuna e ha trasferito denaro sotto forma di "salario" ai componenti della Tavola Nazionale di Batasuna.

Il Coordinatore generale di Izquierda Unida, Gaspar Llamazares, ha espresso il proprio rispetto per la Sentenza del Tribunale Supremo e ha chiesto alla sinistra basca che "si svincoli dalla violenza se vuole agire in politica". Llamazares ha detto che rispetta la sentenza nonostante IU continui ad essere critica sulla applicazione della Legge sui Partiti sulla base della quale è avvenuta la messa fuori legge del PCTV.

sabato 6 settembre 2008

I siti web della sinistra colombiana

In questo post presento un quadro aggiornato dei siti web delle forze politiche della sinistra colombiana, avendo come base la pagina del sito Leftist Parties of the World di Nico Biver che risale al 22 aprile 2005.

COLOMBIA

Polo Democratico Alternativo (PDA): coalizione della sinistra moderata e alternativa, leader Cesar Gaviria.

Partito Comunista Colombiano (PCC): fondato nel 1930, di tradizione filosovietica, fa parte del Polo, leader Jaime Caycedo.

Partito del Lavoro di Colombia (PTC): maoista moderato, nato nel 2002 da una scissione del MOIR, leader Marcelo Torres, fa parte del Polo.

Movimento Operaio Indipendente e Rivoluzionario (MOIR): maoista moderato, fondato nel 1969, fa parte del Polo.

Movimento Operaio Indipendente e Rivoluzionario - Francisco Mosquera (MOIR - Francisco Mosquera): maoista, piccola scissione del precedente.

Movimento per la Difesa del Popolo (MODEP)

Partito Socialista dei Lavoratori (PST): trotzkista morenista, fondato nel 1977, aderisce alla LIT.

Gruppo Comunista Rivoluzionario di Colombia (GCR): maoista, fondato nel 1982.

Unione Operaia Comunista (marxista-leninista-maoista): fondata nel 1998, maoista radicale.

Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia- Esercito del Popolo (FARC-EP) organizzazione politico-militare, sorta per iniziativa del Partito Comunista ma oggi autonoma. Il suo sito ufficiale non funziona più, ma ce ne sono altri che riportano materiale e comunicati.

Esercito di Liberazione Nazionale (ELN): organizzazione politico-militare di orientamento guevarista, fondata nel 1964.

Partido Comunista di Colombia (Marxista-leninista) PCdeC (ML): nato da una scissione del PCC, dirige una organizzazione armata l'Esercito Popolare di Liberazione, prima filocinese poi filoalbanese. Questa pagina pubblica i suoi documenti.

I giovani precari giapponesi guardano ai comunisti

L'articolo di Stefania Viti del Messaggero che qui riportiamo segnala la crescita di simpatia che si registra verso il Partito comunista giapponese, in particolare tra i giovani. L'articolo originale del Japan Times si può leggere qui.

Ascesa a sorpresa dei comunisti nipponici
di Stefania Viti su Il Messaggero del 23/08/2008

Chi l’avrebbe mai detto. Dopo decenni passati in sordina il Partito Comunista Giapponese(JPC) vive un momento di gloria e sta diventando uno dei protagonisti della scena politica nipponica di quest’ultimo periodo.

“Red on a rise”(rossi in ascesa) titola un suo articolo The Japan Times mentre l’intellettuale rivista Aera si domanda se sia reale la crescita esponenziale del Partito Comunista Giapponese.

Kazuo Wada del Comitato Giovanile delJPC non ha dubbi:”Linteresse da parte dei giovani per il nostro partito è reale e quest’anno il numero dei simpatizzanti è arrivato a circa 3.480.000”

JPC in verità è un piccolo partito.

Al momento detiene in totale 16 seggi-circa il 7,5%-tra quelli della camera bassa e quelli della camera alta.

Niente in confronto ai due giganti dela politica giapponese il Partito Liberaldemocratico(LDP)-quasi ininterrottamente al governo dal dopoguerra ad oggi- e il principale partito di opposizione, il Partito Democratico(DPJ).

Ad avvicinare i giovani al JCP sono soprattutto i problemi legati al lavoro.

“Un terzo dei giovani sono precari e anche tra i laureati soltanto la metà riesce a trovare un posto fisso” spiega Wada, Quando lo scorso febbraio Kazuo Shij, presidente del JPC, durante una sessione parlamentare ha parlato in difesa dei diritti dei precari, l’interesse verso il JPC si è fatto più evidente: il video della sessione è stato registrato e trasmesso via internet attraverso vari canali, compreso quello ufficiale del sito del partito, il quale, secondo The Japan Times è stato visitato circa 150 mila volte.

Avvisaglie di rinnovato interesse in realtà c’erano già state. Tra i libri best-seller dell’ultimo anno in Giappone spicca “Kanikosen”(Il peschereccio dei gamberi) capolavoro proletario del 1929, prima e unica opera diKobayashi Takiji.

“Negli ultimi sei mesi “Kanikosen” ha venduto circa 410.000 copie-continua Wada. “Un numero eccezionale, se si pensa che dalla sua pubblicazione ad oggi ne ha vendute in totale 450.000, circa 5000 all’anno”.

Il libro adesso viene venduto con la copertina originale del 29, quella con falce e martello.

“Adesso la società è molto frammentata e i giovani faticano a trovare una identità comune-continua Wada. Di recente però hanno iniziato a riunirsi in sindacati e a cercar di far sentire la loro voce. Lo scorso anno c’è stata una grande manifestazione e presto ce ne sarà un’altra: è dagli anni 70 che non succede una cosa simile. E’ in atto una trasformazione. I giovani si stanno rendendo conto che non è tutta colpa loro se le condizioni di lavoro sono quello che sono”

E infatti, proprio la situazione contingente, più che la motivazione ideologica ad avvicinarli al JPC.

“In molti non conoscono la storia del Partito Comunista ma sono attirati soprattutto da ragioni pratiche” conclude Wada.

Alle prossime elezioni-quelle della camera bassa previste tra fine anno e e settembre 2009-questo atteggiamento potrebbe fare la differenza.

Con LDP che stenta a risalire la china del gradimento e il DPJ pronto al sorpasso, per la prima volta nella storia del Giappone il JPC potrebbe avere la possibilità di avere un ruolo attivo nella dieta.