domenica 6 gennaio 2008

Israele: in Hadash prevale la componente nazionalista palestinese?

Ai primi di dicembre 2007 si è tenuta la settima convenzione di Hadash (Fronte democratico per la pace e l'eguaglianza), la coalizione di sinistra con un seguito prevalentemente arabo, la cui principale forza organizzata è il Partito Comunista Israeliano.

La posizione espressa dai principali dirigenti della coalizione ed in particolare dal suo Segretario Generale Mohammed Barakeh sulla questione del riconoscimento della ebraicità di Israele, ha sollevato commenti critici sulla stampa israeliana, anche quella progressista come il quotidiano Haaretz.

Hadash, come d'altra parte i comunisti israeliani, ha sempre sostenuto il principio dei "due Stati, due popoli" come unico sbocco al conflitto israelo-palestinese, anche quando questa soluzione era contrastata dal movimento nazionalista palestinese.

Anche oggi, il principale partito della sinistra araba conferma l'adesione a questo obbiettivo e riconosce l'autorità palestinese di Abu Mazen, che ha inviato un messaggio di saluto alla convenzione di Hadash, inviando in sua rappresentanza il principale negoziatore palestinese Saeb Herekat. Uno dei nodi tutt'ora irrisolti nelle trattative con Israele riguarda il riconoscimento del carattere dello Stato israeliano. L'Autorità palestinese, ha riferito Erekat, è disposta a riconoscere l'esistenza di questo stato a fianco di quello palestinese ma non la sua caratterizzazione come stato ebraico.

Questa posizione è stata sostenuta anche da Hadash. L'ostilità ad un simile riconoscimento deriva fondamentalmente da due implicazione che deriverebbero da tale atto: 1) il rifiuto di accettare il cosiddetto "diritto al ritorno" degli ebrei di ogni parte del mondo in Palestina; 2) la negazione di un analogo diritto al rientro per i profughi palestinesi fuggiti nel '48. Barakeh ha dichiarato che "l'ebraicità di Israele è come una spada sul nostro (NdA dei palestinesi israeliani) collo".

Questa posizione è stata oggetto di un commento fortemente critico da parte della scrittrice Avirama Golan su Haaretz. Secondo la commentatrice del quotidiano la posizione di Hadash di non riconoscere Israele come "patria nazionale" per il popolo ebraico farebbe perdere di senso alla rivendicazione di essere un movimento "arabo-ebraico". La nuova leadership che ha allontanato un politico con una posizione nettamente di "sinistra civica (NdA il termine inglese civil, viene qui inteso come non nazionalista)" come Issam Mahoul (segretario del PC israeliano fino all'ultimo congresso) sta portando Hadash in un "vicolo cieco".

Hadash si starebbe allontanando dalle posizioni che negli anni '90 sotto la guida di Tamar Gozansky gli avevano garantito il sostegno di molti veterani della sinistra che lo consideravano il partito più vicino alle fasce deboli del paese e al'avanguardia di tutto lo spettro politico per il suo sostegno a favore della divisione della terra tra due stati.

Secondo la Golan ci sarebbe disappunto all'interno del partito per l'allontanamento di Hadash da quelle posizioni. Questo scontento si esprimerebbe in due critiche: 1) al crescente legame di Hadash con gruppi nazionalisti ed anche con forze islamiche, e 2) all'emarginazione delle donne, soprattutto ebree, dai posti vincenti nelle liste elettorali.

Alcuni membri di Hadash e veterani della sinistra vedono con sfavore la crescente divisione tra ebrei e arabi rispetto alla definizione "civica" di israeliani. Alex Macias ha rilevato sul sito Hagada Hasmalit (La Riva Sinistra) che la convenzione si è tenuta a Nazareth e Haifa, città a maggioranza araba, e quasi interamente in lingua araba. Non è stata esposta la bandiera israeliana ma solo quella palestinese. Hadash avrebbe iniziato a "soccombere alla corrente nazionalista separatista e populista" nel momento in cui si è accordata prima con il movimento di Ahmed Tibi (Ra'am-Ta'al) e poi con il Balad di Azmi Bishara, abbandonando in questo modo i temi civili e sociali in favore del nazionalismo palestinese.

La conclusione della Golan è che avvicinandosi all'impostazione nazionalista del Balad, Hadash avrebbe chiuso la porta a quegli israeliani che cercavano una forza politica capace di tenere vivi i temi economici e sociali.